Via libera alla Direttiva Casa Green: gli edifici soggetti a riqualificazione energetica
Il voto contrario dell’Italia non è bastato a fermare l’approvazione della Direttiva Europea Casa Green che, in ogni caso, rappresenta un punto di svolta fondamentale nel percorso verso la neutralità climatica.
Con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra e il consumo energetico nel settore edilizio, e di raggiungere la neutralità assoluta entro il 2050, questa direttiva impone nuovi obblighi ai proprietari di immobili.
Direttiva Casa Green: riqualificazione energetica di edifici residenziali e non residenziali
Se nella precedente proposta la Direttiva si basava sul passaggio a una migliore classe energetica, il testo approvato pochi giorni fa lascia agli stati membri la facoltà di decidere su quali edifici intervenire, con una distinzione di obiettivi tra edifici residenziali e non.
Edifici residenziali
Il consumo medio di energia dovrà essere ridotto del 16% entro il 2030, e di almeno il 20% entro il 2035.
Il risparmio energetico dovrà essere assicurato per almeno il 55% dalla diminuzione del consumo medio di energia di almeno il 43% delle case con le prestazioni energetiche peggiori, tra le quali vanno considerate anche quelle danneggiate da terremoti o altre calamità naturali. A queste abitazioni andranno dedicati dunque gli interventi di ristrutturazione più rilevanti.
Edifici non residenziali
Per quel che concerne gli edifici non residenziali, la loro classe energetica dovrà essere migliorata tramite interventi di ristrutturazione.
Entro il 2030 dovrà essere ristrutturato il 16% degli edifici, fino ad arrivare al 26% entro il 2033.
Inoltre, nei nuovi edifici pubblici dovranno essere installati i pannelli fotovoltaici con un obbligo progressivo dal 2026 al 2030.
Quali sono gli edifici esclusi da interventi di riqualificazione energetica secondo la Direttiva Casa Green?
L’interrogativo sollevato anche dal Ministro dell’Economia Giorgetti è “Chi paga?”.
Ancora non sono stati definiti fondi né stanziamenti economici a supporto degli interventi, tuttavia c’è chi può tirare un sospiro di sollievo (per ora).
Sono esclusi dalla direttiva o soggetti a deroghe:
- edifici storici;
- edifici militari;
- edifici di culto;
- fabbricati temporanei utilizzabili fino a 2 anni;
- fabbricati con superficie utile <50m2;
- seconde case/case vacanza utilizzate per meno di 4 mesi/anno, o con un consumo inferiore al 25% dell’uso costante;
Quanto costano gli interventi di riqualificazione energetica?
I principali e più diffusi interventi di ristrutturazione per aumentare l’efficienza energetica degli edifici sono:
- Installare gli infissi con doppi vetri;
- Montare la caldaia a condensazione o sostituire la vecchia caldaia con una pompa di calore;
- Coibentare il tetto;
- Installare il cappotto termico;
Per portare una casa di 100m2 dalla vecchia classe G alla D, si va dai 20 ai 40 mila euro, con oscillazioni in base all’ubicazione e le caratteristiche strutturali dell’immobile.
Numero di immobili da ristrutturare in Italia
In Italia, la realtà del settore immobiliare presenta sfide significative. Si stima che su un totale di 35,3 milioni di unità residenziali, ben 26,8 milioni presentino pessime performance energetiche. I dati Siape Enea evidenziano che il 60% delle unità si trova nelle classi energetiche F e G, mentre solo il 16% si trova nella classe E. Questa situazione offre grandi opportunità per la riqualificazione energetica, ma al contempo comporta un impatto significativo sul mercato delle ristrutturazioni.
Rischi di un mancato adeguamento alla direttiva sulle case green
Cosa potrebbe succedere a chi non si adegua alla nuova direttiva sulle case green? E se non avesse le risorse necessarie per procedere con le ristrutturazioni?
Chi non si adegua alla nuova normativa potrebbe essere soggetto a sanzioni e multe. È importante, quindi, che i proprietari comprendano l’importanza di adeguarsi alle nuove normative e valutino le opzioni disponibili per effettuare gli interventi necessari. Nel caso in cui non si abbiano le risorse finanziarie necessarie per procedere con le ristrutturazioni, potrebbe essere opportuno cercare finanziamenti agevolati o sfruttare incentivi governativi per interventi di efficienza energetica. Inoltre, potrebbe essere utile cercare soluzioni collaborative, come la condivisione dei costi con altri proprietari o l’accesso a programmi di finanziamento specifici per il settore immobiliare.
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Pro e contro della Direttiva Casa Green
Si stima che, in Italia, oltre il 70% degli immobili abbia pessime performance energetiche.
Arrivare alla neutralità energetica significa fare investimenti miliardari insostenibili senza un aiuto da parte dell’Europa.
Prima delle elezioni di giugno probabilmente non ci saranno novità su fondi e incentivi – se ci saranno – quindi per il momento consideriamo i costi un punto a sfavore.
È anche vero che la Direttiva ci mette di fronte a un’opportunità per:
- Ridurre l’impatto ambientale del settore edile;
- Stimolare l’economia e creare nuovi posti di lavoro;
- Risparmiare sulle bollette e ottenere sgravi fiscali;
- Aumentare il valore di mercato degli immobili (secondo il gruppo Gabetti tra il 3 e 5% per ogni “salto” di classe energetica);
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